Davide Scarpato
(chitarra)
Primo approccio: asilo. Gli viene messo in mano un triangolo, la maestra al piano e gli altri compagni di classe che cantano e strimpellano altri strumenti più o meno complicati. Dopo meno di un minuto la maestra smette di suonare e lo rimanda a posto. Lui non se la prende. Secondo approccio: medie. Viene iscritto alla scuola di via Vivaio a sperimentazione musicale. Deve scegliere uno strumento... e sceglie la chitarra. Gli chiedono perché, risponde "boh". Vede i suoi amici che suonano il violino e un po' li invidia. Comunque segue a fatica gli insegnamenti di Guido Fichtner, il suo primo maestro di chitarra e nonostante le apparenze e il poco impegno comincia lentamente a prendere confidenza con le sei corde. Parentesi: il sax metà anni '80: rimane affascinato da questo strumento non si sa bene per quale motivo, e prova a suonarlo nonostante la tenera età e il poco fiato. Un paio di anni di lezione al neonato CPM con Tino Tracanna e poi abbandona. Più tardi si accorgerà che gli strumenti a fiato (e neanche il canto) non fanno per lui. La sua musica non viene dalle corde vocali, ma dalla pancia. Terzo approccio: l'heavy metal. 1990: esce il Black album dei Metallica, compra una chitarra e un amplificatore, comincia ad imparare tutti i pezzi del disco e da qui parte un'esplorazione del metal nelle sue forme sempre più estreme. Un giorno si sveglia e si rende conto che la musica suonata è come l'aria che respira: indispensabile. Comprende finalmente gli insegnamenti di Guido e pensa di non averlo mai ringraziato abbastanza per quello che gli ha insegnato. Inizia il rito della sala prove, immancabile ogni settimana, con diverse formazioni, tutte senza nome, si suonano cover dei miti rock del momento e del passato. In questo periodo vive anche una breve esperienza come bassista (il chitarrista più scarso finisce sempre al basso in questi frangenti). L'esperienza gli piace, ma non gli cambia la vita e torna presto alla chitarra. La fulminazione: Ibanez Jem 1996: studente squattrinato, trova d'occasione una Ibanez Jem 777 FP usata, il sogno proibito di tutta l'adolescenza. La compra subito. Non la cambierà più. E' tutt'ora la sua fedele e inseparabile compagna. Quarto approccio: i maestri del metal Si iscrive al CPM, segue le lezioni di Donato Begotti e acquisisce un sacco di nozioni tecniche sul come diventare virtuosi che non sa mettere in pratica (non ancora). Un paio di anni e molla il colpo per scarso impegno nello studio. Successivamente prende lezioni private da Thierry Zins il quale cerca di insegnargli il jazz applicato al metal. Acquisisce un sacco di nozioni sulle scale, le tonalità, le armonizzazioni he non sa mettere in pratica (non ancora). Un paio di anni e poi molla perchè non ci capisce più nulla tra tutte quelle alterazioni. Fase finale: autoapprendimento Si rende conto di essere un diesel: apprende lentamente. Si mette l'anima in pace e lascia sedimentare gli insegnaemnti che ha ricevuto negli anni. Scarica tonnellate di tab, metodi, mp3 sui più disparati aspetti chitarristici e armonici. Li legge e li lascia sedimentare. Nel 1999 fonda i DrLectert, con cui suonerà fino al 2008. Tante cover, concerti e qualche pezzo originale mai pubblicato. Ma soprattutto vive l'esperienza di gruppo come se fosse una famiglia. Percorso alternativo: il violino Nel 2004 compra un violino, si iscrive al Cpsm dove incontra Matteo Bendinelli come maestro. Grazie allo "strumento del demonio" affina enormemente il suo orecchio musicale e acquisice altre nozioni sull'armonia che cerca di mettere in pratica in tutto quello che suona. Dal 2005 si avvicina alla musica folk irlandese che prova a suonare con i violino assieme ad alcuni componenti della FBA FereBandAperta. Attualmente: Con un taglio netto decide di non suonare più in gruppi che fanno cover. Solo pezzi originali, possibilmente improvvisati. Collabora con i Death Army dal 2007, gruppo folk-metal con i quali ha suonato di supporto agli Slayer, Amon Amarth, Elvenking, Folkstone. Nel 2009 viene contattato da Xeno per suonare con i Ross54. Accetta di buon grado e si diverte un sacco ad incastrare le melodie che gli nacono spontanee durante le prove. Cita spesso De André: "pensavo: è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra"